Mussolini a Manhattan
Fantasmi del potere nella street art
Da qualche tempo, le immagini spesso intrecciate di Che Guevara e Mussolini invadono gli spazi classici della street art a Manhattan e a Brooklyn: Wooster Street, la Bowery, Williamsburg...
Il Che è ovvio. il ‘santino’ globale di Alexander Korda fa ormai parte dell’immaginario politico musealizzato e consumeristico da bancarella di souvenir (cfr. la mostra Che Guevara: Revolutionary and Icon, Victoria and Albert Museum, 7 giugno - 28 agosto 2006).
Molto meno ovvio il Mussolini combattente, o Mussolini con l’elmetto, ripetuto in milioni di copie durante il fascismo, ma icona riconoscibile senza didascalia da ben pochi newyorchesi.
Perché questa ‘apparizione’ massiccia sulle mura di New York, ma anche sulle colonnine degli idranti, alle stazioni della metropolitana, sui bidoni della spazzatura, e negli altri spazi-bacheca di alcuni quartieri della metropoli?
Altra stranezza: il Che e il Duce convivono spesso nella stessa immagine, un’icona unica, che li intreccia visivamente in modalità diverse ma coerenti. Un ossimoro simbolico - il rivoluzionario byronian-comunista e il mascelluto fondatore del fascismo - tenuto insieme dal frame visivo.
Le vicissitudini di questa icona sulle mura di New York rimandano alle dimensioni sacre del Sovrano nell’immaginario politico. Max Weber aveva colto nelle società moderne un fatale “disincantamento del mondo”. Qui il disincantamento produce come sua ombra le incantazioni più arcaiche e regressive. Come la talpa marxiana, la dialettica dell’illuminismo continua a scavare.
Note di lettura
Sui graffiti a New York: Jean Baudrillard, “Kool-Killer ou l’insurrection par les signes”, in L’échange symbolique et la mort, Paris, Gallimard, 1976 (tr. it. Milano 1984)
Sul Sovrano: E. Kantorowicz, I due corpi del Re, Torino, Einaudi, 1989 (ed. orig. Princeton 1957)